Corre veloce la diffusione delle notizie in Rete, mentre le immagini in tv mostrano le città che si coprono il volto con le mascherine. Corre veloce e non si ferma, a differenza di tanti eventi in programma nel Nord dell’Italia, annullati a causa del Coronavirus.
In Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia gli eventi pubblici, inclusi concerti e instore, sono stati annullati e/o rimandati a data da destinarsi, come disposto dalle autorità. Il provvedimento, per il momento, sarà valido fino a domenica 1 marzo inclusa.
Da un giorno all’altro ci si è ritrovati a fare i conti con le parole “quarantena”, “contagio”, “divieto”. La cancellazione degli eventi, di 7400 eventi, unita a un brusco stop della vendita dei biglietti, è costata all’industria della musica dal vivo un danno la cui stima si attesta sui 10,5 milioni di euro.
Anche se nelle altre regioni non esistono espliciti divieti, è innegabile che gli effetti si facciano sentire, vuoi per le scelte dei singoli spettatori, vuoi per la volontà di gestori e organizzatori.
«La vendita dei biglietti si è completamente fermata, non solo nelle Regioni dove sussiste l’emergenza, ma a livello nazionale, a causa della situazione di panico dilagante. Ad oggi, per un primo periodo, si stima una perdita di circa 10,5 milioni di euro per i soli spettacoli di musica (dati elaborati da Assomusica su stime fornite da TicketOne). Si stima inoltre una conseguente ricaduta di almeno 20 milioni di euro sulle città che avrebbero dovuto ospitare gli eventi» – ha spiegato il Presidente di Assomusica, Vincenzo Spera. «Il rischio, in particolare – ha aggiunto Spera – è che molte delle società e dei promoter attivi soprattutto sui territori locali e regionali subiscano un rapido crollo».
Sulle pagine virtuali di NoFunzine parliamo tanto di musica e ci sembra normale parlare anche di questo. Non lo facciamo per dare un giudizio, non abbiamo gli strumenti per farlo. Abbiamo, però, gli strumenti per riportare un dato significativo e, magari, rifletterci un po’ su.