La storia dei Fontaines D.C. si riassume in poche, ma eloquenti, frasi. È schietta, proprio come loro. In appena un anno e mezzo, questi cinque ragazzi di Dublino hanno pubblicato un album – “Dogrel” – e scalato la vetta della notorietà, dimostrando di essere una delle band più interessanti e promettenti del panorama indie. Il disco risente delle influenze della poesia e della storia irlandese, incarnando alla perfezione un spirito che potrebbe benissimo essere uscito fuori da una delle opere di James Joyce.
Chiunque volesse conoscere (meglio) i Fontaines D.C., anche al di là del giradischi, troverà interessante “Sold for Parts“, un documentario firmato Collective Films, che racconta le fasi di scrittura e registrazione di Dogrel. Insieme alla band – composta da Carlos O’Connell, Conor Curley, Conor Deegan III, Grian Chatten e Tom Coll – ci sono alcune figure chiave nella loro storia, come Dan Carey, produttore del disco e capo dell’etichetta Speedy Wunderground.
“Sold for Parts” mostra la vita “vera” dei Fontaines D.C., anche nelle fasi antecedenti l’ascesa. I filmati live si danno il cambio con i dialoghi che li mostrano dietro le quinte. Il documentario è esattamente ciò che dovrebbe essere: dura circa 24 minuti – come un disco punk – ed è molto sincero. I cinque parlano del loro legame e raccontano – in bilico tra serietà e ironia – la loro realtà.
«I don’t wanna feel comfortable» (Non voglio sentirmi a mio agio), spiega Grian Chatten, il cantante, sottolineando l’importanza di correre rischi e sfidare i propri limiti. Un approccio che, fino adesso, ha senza dubbio dimostrato di essere vincente.