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Il silenzio della messa in scena

Leggendo le prime pagine di tutti i quotidiani italiani, si capisce che il divieto di celebrare messe per ancora qualche tempo ha avuto ampio richiamo per via delle proteste della CEI.

Mia madre, con esemplare pragmatismo ecclesiastico, con un tasto del telecomando ha già da tempo risolto la vicenda, sintonizzandosi puntualmente su TV2000 dove non puoi dare l’obolo durante l’offertorio ma, in compenso, il sentimento cristiano è ampiamente appagato.

Il presidente Conte, nell’attesa conferenza non episcopale di ieri, ha indugiato sull’argomento confidando sulla comprensione evangelica degli interlocutori, ma ha anche parlato di molto altro, di visite ai parenti ma no party, di imprese e cantieri che riaprono, di sport individuali e collettivi, di spiagge, protocolli e di mascherine, ovviamente.

Una quota di disgraziati, che appartengono alla categoria cultura sbarra spettacoli, si aspettava una nota sull’argomento, qualcosa almeno che somigliasse alla scelta della condanna per il condannato, giusto per contrastare la miriade di voci infondate e incontrollate circolate in queste settimane.

E fu silenzio invece.

Qualche minuto più tardi, neanche il pop Tiziano Ferro ma il classico Nicola Piovani, non certo famoso per la sua calorosità ricca di effusioni per il pubblico fuori dal palco, ha ricordato a Fabio Fazio che ciò che più gli manca sono gli assembramenti dei teatri ivi compresi i colpi di tosse ma no COVID-19, si suppone.

A maggio, dunque, come spiegare questo silenzio?

È plausibile che nessuno dei tecnici coinvolti nelle svariate task force non abbia sentito il dovere di spendere un minimo accenno nei confronti di tutti i soggetti coinvolti nel comparto cultura sbarra spettacolo che con pia sopportazione da febbraio vengono rimbalzati da Netflix ai drive-in?

Nei prossimi giorni il governo deve intervenire su questo argomento e lo dovrà fare in maniera comprensibile, diversamente si macchierà di una grave responsabilità morale per avere ignorato il settore cultura sbarra spettacoli quando ancora il salvabile potrebbe ancora essere salvato.

E non si tratta di aspettarsi miracoli, quelli li lasciamo ai Vangeli e alla sopravvivenza della specie.

Ph. Cristopher Durant, Flickr

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