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Dente e Guido Catalano “Contemporaneamente insieme”

By febbraio 28, 2018 No Comments

C’erano una volta dei versi che parlavano d’amore e questi versi sono composti da parole … che, si sa, sono importanti: e questo Guido Catalano lo sa bene. C’erano una volta delle canzoni che parlavano d’amore e queste canzoni sono fatte di poesia: e questo Dente lo sa bene. In Contemporaneamente Insieme le parole d’amore del primo emergono taglienti e ironiche, appaiono sorprendenti e acute, mentre contemporaneamente la musica del secondo dà quello slancio che esplode in quei brani che se non si coronano d’amore, a questo ambiscono e questo lambiscono. In questo “esperimento”, visto in un Candelai di Palermo gremito (anche troppo) di pubblico, Catalano recita (ah se le sapesse a memoria) le sue poesie con la maestria di chi conosce ogni angolo di quei versi, che arrivano dove devono arrivare, fanno quello che devono fare: ci strappano un sorriso, a volte amaro, a volte dolce, a volte anche imbarazzato, si muovono e bene tra le note di Dente, che non è mero accompagnatore ma complementare presenza\essenza che da spessore a quei versi, riempiendo di senso, sarcasmo e poesia (musicale) quanto occorre. E viceversa. Due artisti che scopriamo fuori dal loro habitat naturale, declinare il proprio talento sostenendo l’altro, esprimendosi con acuta ironia e savoir faire. Sono poesie d’amore quelle di Catalano (così come d’amore le canzoni di Dente) che non ci fanno innamorare ma che ci sorprendono per come sviluppano senso e per come finiscono per riguardarci da vicino. L’acutezza dei versi di Catalano e la qualità della musica di Dente sono acclarate … purtroppo però c’è un aspetto che ho sentito mancare in quest’operazione. Le parole sono importanti e la parola “operazione” non è usata a caso, perché questo sembra: un’operazione che funziona bene, senza troppe pretese intellettuali, che diverte, che scorre e sta in piedi ma un’operazione in cui molte cose sono lasciate al caso … ed è un vero peccato. A caso per esempio è la regia: considerazione che non farei se non avessi letto da più parti quest’operazione fregiarsi della regia di Lodo Guenzi. (Sì, proprio lui: il front man de Lo Stato Sociale) Beh inutile girarci intorno: non c’è regia! O se c’è, non si vede. Sempre che per regia non s’intendano certi cabarettistici ammiccamenti da siparietto televisivo in cui ogni tanto scade l’operazione. Se tu fossi un regista, caro Lodo, ti saresti accorto delle enormi potenzialità e del talento scenico a tua disposizione e come questo si potesse moltiplicare; se tu fossi un regista saresti stato presente, se è vero (come ho letto dichiarare Catalano) che questa regia è stata fatta a distanza, per telefono (il cui audio sentiamo in scena in un vano tentativo meta-teatrale). Non vado oltre perchè poi magari mi sbaglio e Lodo Guenzi non c’entra nulla con certe scelte ma se così fosse adesso si che possiamo definirla un’operazione. Se Contemporaneamente Insieme avesse una regia lascerebbe solchi più profondi … ma per fortuna ci sono le parole, le canzoni e il talento dei due protagonisti.

(Palermo, I Candelai, 26 gennaio 2018)

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