Lorenzo Urciullo, in arte Colapesce, ci ha abituati da tempo alle cover. Non possiamo dimenticare “Mellon Collie And The Infinite Power” con gli Albanopower, la versione “deluxe” de “Un Meraviglioso Declino”, contenente ad esempio una “Niente più” di Leo Ferrè da brividi, o ancora la cover di “Don Giovanni” di Lucio Battisti o la versione “indie” de “Gli Anni” degli 883.
A due anni e mezzo di distanza dall’ultimo album, “Infedele”, e a qualche mese dalle nuove canzoni con Dimartino – la cui pubblicazione dell’album e del tour sono state rimandate a data da destinarsi – Colapesce torna inaspettatamente con un EP di 5 cover di Neil Young, da lui definito il cantautore preferito. Il ricavato delle vendite sarà devoluto interamente alla sua “crew”, sottolineando che «c’è solo un modo per fruire la musica dal vivo: dal vivo; e sarebbe impossibile farla senza i tecnici».
“Off the Beach (5 Neil Young Songs Recorded Live at Home During the Lockdown)” è il nome dell’EP e come recita il sottotitolo è stato realizzato in questo periodo di quarantena, sfruttando i molti momenti in cui si è bloccati e isolati in casa.
“Off The Beach”, che riprende il titolo del classico del 1974, è intimo, compassato, delicato. Rispetta la solitudine di fondo che si vive oggi e la nostalgia di quello che è stato, come se l’avessimo perso per sempre. Mette sul piatto dei “must” come “Harvest” e “Tell Me Why”, o un brano minore come “For The Turnstiles”. L’atteggiamento è di profondo rispetto nei confronti di brani che hanno fatto la storia del folk. L’asticella si alza, però, nei due brani che aprono e chiudono l’EP.
“Philadelphia”, canzone realizzata per l’omonimo film di Jonathan Demme, ed “Expecting To Fly”, uno dei pezzi più belli del repertorio del primissimo Neil Young, quando ancora faceva parte dei Buffalo Springfield. Entrambi i pezzi sono arricchiti da qualche riverbero in più e soprattutto dal violino di Giulia Emma Russo, autrice anche della foto di copertina, che abbellisce il tutto.
Le registrazioni sono live e casalinghe, limpide, con la voce di Colapesce che si fa sottile e quasi fragile a tratti.
Non ci resta allora che farci accompagnare da questo mini album, sperando di tornare a volare come un tempo e a guardare il mare con la libertà che ci spetta.