Nessuno piu’ dei musicisti parla di musica…i musicisti non sanno parlare del piu’ e del meno e quando lo fanno c’è sempre uno che ferma la conversazione per dire: “ma avete sentito l’ultimo disco di…” I nostri fidanzati/e non vogliono piu’ organizzare cene con amici musicisti: “ poi cominciate a parlare di musica e io che cazzo faccio….” Ammetto di fare parte della categoria in pieno! Ma oggi è la prima volta nella vita che scrivo di musica! E credetemi è tutta un ‘altra cosa … fa quasi paura. Allora ho voluto cominciare con un valore certo che potesse aiutarmi in questa ardua impresa. Grazie, Cesare. “Possibili scenari” ci piace!
A tre anni di distanza da “Logico”, Cremonini torna con album solare, ampio , denso e diretto, seppur complesso. Una pagina di musica bella, fuori dalle etichette; dentro c’è di tutto: dal rock al folk alla modernità d’oltralpe. Si passa dalla romantica “Poetica” alla psichedelica “Silent Hill”, sonorità anni 70 in “ Kashmir Kashmir” in cui si affrontano tematiche importanti e attuali come l’immigrazione, o ancora “ Nessuno vuole essere Robin” in pieno stile cantautoriale che investiga sulla solitudine dilagante in questa modernità “social”. Il lirismo melodico di “Un uomo nuovo” e “La macchina del tempo” è quello inconfondibile e perfetto del brano romantico, j’adore. Insomma ancora una volta Cesare Cremonini ha dimostrato di essere un fuori classe; lui appartiene a quegli eletti che riescono a conciliare : pop, poesia, mainstream, acume, modernità e tradizione, il tutto condito da testi in italiano: giusti, intelligenti, mai banali.
Cremonini piace a tutti o quasi…forse non piace agli alternativi, ma a loro non piace nessuno. Brutta storia l’invidia. Quanto è difficile fare quello che fa lui! Mi rende felice ascoltare autori cosi’ bravi, mi rende felice sapere che in Italia questa moda dell’indie non abbia preso del tutto il sopravvento.